“Quando uccidevo le persone ne sentivo il bisogno. Questo mi spingeva a ucciderne di più. Non mi interessava sapere se meritavano di vivere o morire. Non è una mia preoccupazione. Non ho nessuna voglia di far parte della società. La società non è una mia preoccupazione”.
Xinhai nasce nel luglio del 1969 in Zhumadian, Cina. La sua famiglia era la più povera del villaggio e lui era il più giovane di 4 figli. Noto per essere un ragazzino introverso e particolarmente intelligente, all’età di 17 anni abbandona gli studi per viaggiare attraverso il paese. A un certo punto della sua vita diventa un rapinatore e, successivamente, un violentatore. Tentò di violentare una donna in Zhumadian e questo gli costò una condanna a 5 anni di prigione.
Una volta uscito, incontrò una giovane donna, ma dopo una breve relazione i due si lasciarono. Fu allora che Xinhai probabilmente decise di uccidere per vendicarsi della società.
Le prime vittime furono una coppia che viveva in una casa di campagna. Xinhai entrò in casa e li uccise con una mazza ferrata.
La Cina solitamente oscura nomi, dati e informazioni sui serial killer, pertanto non sappiamo ne quante vittime ne il modus operandi dei successivi 3 anni. Il familicidio più tristemente noto fu quello della famiglia Zanwhei. Xinhai, dopo essere entrato in casa, uccise prima il padre con un ferro, per poi uccidere la moglie, la nonna, il figlio e la figlia con un martello. Il nonno sopravvisse al massacro perchè quella notte si trovava a dormire in un’altra casa. Dopo l’uccisione, Xinhai sotterrò il martello in giardino e gettò i vestiti sporchi di sangue nel fiume.
Fu catturato solo nel novembre del 2003 grazie alle segnalazioni e agli spostamenti nelle varie province di Anhui, Shandong e Henan.
Grazie al DNA, Xinhai fu accusato dell’omicidio di 67 persone e 23 stupri e condannato a morte tramite fucilazione.
Verrà ucciso il 14 febbraio con un singolo colpo di pistola alla testa.
In prigione dichiarò: “Uccidere le persone è molto normale, niente di speciale”.